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lunedì 30 marzo 2015

Sonetto di terza G - di Massimo Margareci


Questa poesia l'ha scritta per me mio figlio Massimo 
per la Pasqua del 2015 ed è il più bel regalo che mi potesse fare !

Ed io che ritenevo scioccamente
Di non aver più nuovo da provare
Per te, vecchio canuto ed insistente
Nell’arduo tentativo di poetare

Poetare di panchine e caminetti
Rinchiuso nella stanza un tempo mia
Rimosso l’ingombro dei due letti
Ma non la persistente nostalgia

Nostalgia ascosa or tanto muove
Chi crede di sapere il fatto suo
E tanto raramente si commuove

Nemmeno per Anchise e per Enea
Pei versi da te scritti al padre tuo
Inattesa la lacrima scendea

Massimo 

30-03-2015

domenica 29 marzo 2015

A nostro padre


Parlo con mio fratello, non mi par vero !
Potevamo farlo da tempo. Non credi ?
Ma quando tu c'eri,  fra voi non c'ero,
ed ora ci siamo ritrovati, come vedi.


Chissà se, da dove sei, ci puoi ascoltare,
se qualche volta, non mi hai pensato
e che potessimo stare assieme a parlare
non l'avrai forse anche tu desiderato.


Finalmente posso essere contento !
Non puoi sapere quanto mi assomigli !
Ne sarai lieto anche tu, ne sono certo !


Perché adesso io e mio fratello Roberto,
l'avresti creduto mai? Proprio i tuoi figli
stanno parlando di te, in questo momento.


R. Margareci
29-03-2015

sabato 14 marzo 2015

L'Italia di oggi




Che in Italia oggi giri tutto male
Che non ci si stia proprio benone
Lo sostiene ogni nostro giornale
e anche la nostra televisione

C’è chi ruba, chi taglia, chi imbroglia
Chi truffando, si fa una posizione
E c’è anche la solita marmaglia
Del potente in perenne adulazione

Di chi ha potere e si accinge a governare
C’è sempre una massa sorprendente
Sempre pronta a blandire e a leccare
Se l’affare ritiene conveniente.

Oh Italia, Italia dei nostri padri
Patria di Santi, Navigatori ed Eroi
Asilo ormai sei di un covo di ladri
Che cacciare dovremmo, prima o poi.

Ma non sono finiti, ahimè, i nostri guai
Se abbiam problemi da italiani, non vorrei
Che possano aumentar come non mai
Ora che siam diventati anche Europei

R. Margareci

14-03-2015

lunedì 2 marzo 2015

Il Lavoro




L'Italia e una Repubblica fondata sul lavoro
Della Costituzione questo è il precetto
che ad ogni italiano possa dare il decoro
ma del lavoro vediamone ogni aspetto.

Lavoro dipendente
Vita vissuta in perenne soggezione
Lavoro stressante, senza soddisfazione
Idee pensate, non dette e taciute
Risposte frenate, rimaste mute
Sorrisi abbozzati, falsi compiacimenti
Rospi ingoiati, delusioni cocenti

Lavoro autonomo
Vittime del fisco e di clienti esigenti
Incubo di ordini e di pagamenti
Fatture da emettere o da pagare
Assegni incerti da incassare
Clientela da acquisire e mantenere
Rovesci di fortuna, calci nel sedere.

Disoccupato
Ricerca disperata di qualcosa da fare
Lavori saltuari da prendere e lasciare
Morale a pezzi, depressione incombente
Certezza assoluta di non avere niente.
Affitto che scade, bollette da pagare
Cercare dei soldi da farsi prestare

Pensionato
Vita modesta senza pretese
Salti mortali per arrivare a fine mese
Problemi di salute, continua ossessione
di fare durare di più la pensione.
Svegliarsi più spesso durante la notte
per l'incontinenza e per le ossa rotte.


Comunque sia, viva sempre il decoro
di questa nostra Italia, basata sul lavoro

R. Margareci

02-03-2015